Il Corriere dell'Arte - 04.12.04

Il Corriere dell'Arte - 04.12.04

CORRIERE dell’ ARTE
Anno X – n. 38 Sabato 4 Dicembre 2004

Galleria d’Arte La Telaccia

I MISTERIOSI VOLTI DEL MARE

Mostra personale di Ileana Della Matera

di Chiara Tavernari

Là sulla spiaggia, a pochi passi dalla locanda Almayer, tutti i giorni il pittore Plasson posa il cavalletto e cerca di dipingere il mare: non usa altro colore che l’acqua di mare. Il suo incontro con il professor Bartebloom unisce “due pezzi di puzzle, fatti l’uno per l’altro”: l’uno cerca dove inizi il mare, l’altro ne osserva la fine nel brevissimo istante di stasi dell’onda sulla riva, per completare la sua “Enciclopedia dei limiti riscontrabili in natura”. Le pagine scritte da Alessandro Baricco in “OceanoMare” non sono solo un omaggio al mare: vogliono essere il mare. Ogni personaggio del romanzo appartiene al mare. Questo capitolo della letteratura contemporanea si sposa, con le marine di Ileana Della Matera. Una medesima pulsazione le fa vibrare, un analogo intento trapela, appena suggerito. La pittrice racconta gli infiniti volti dell’immensa distesa d’acqua. Differente il linguaggio, ma non lo sforzo del dire: scrittura e pittura ne indagano l’espressività e la poetica. Dinamismo e tensione sono i soli elementi in grado di trasmettere l’energia latente, il mistero che è, per noi, il mare. Guardando o leggendo non sappiamo stabilire se si tratti di una personificazione o se l’oceano sia di per sé una persona, con anime sentimenti emozioni. Ileana Della Matera ha dialogato a lungo con il mare prima di posare i suoi bianchi, i suoi azzurri i suoi blu sulla tela. Se è passionalità, è anche impeto furioso: barriere di spuma sfidano la forza gravitazionale e si innalzano ripetutamente senza resa; tornano a frangersi sulla superficie per moltiplicarsi in un cupo rimbombo. Se l’orizzonte quieto in lontananza segna un confine netto tra terra e cielo, altrove la forza caparbia delle onde modella lo scoglio. L’artista non si accontenta della sapiente estetica naturalistica: vuole infondere un messaggio intimo e privato. Ma non interrompe il realismo pittorico: se qualcosa abita il quadro, è un volo di uccelli che solca la distesa. Minima è la rondine, solitaria come un uomo consapevole della propria fragilità di fronte all’immenso, ma contemporaneamente partecipe dell’energia. Il battito delle ali ha il medesimo ritmo delle onde. Si direbbe simbolica anche quando si accompagna al gabbiano in una quasi-rincorsa, poco al di sopra di un’onda corrucciata che sale al cielo e lo riceve. Rondine che diventa anch’essa creatura del mare, perché continuamente lo sorvola pur temendolo, attratta.